Nel XVI secolo la scuola veneziana comprendeva uno dei più ingegnosi e influenti gruppi di compositori progressisti della musica sacra, tra cui Andrea Gabrieli, Claudio Merulo e Giovanni Gabrieli. Tuttavia, mentre i bellissimi mottetti dei Gabrieli, zio e nipote, sono generalmente disponibili per la performance e lo studio, la musica sacra di Merulo è stata trascurata.
Claudio Merulo, nato a Correggio nel 1533 e morto a Parma nel 1604, servì da 1557 a 1584 come organista della Serenissima Signoria di Venetia a San Marco e dal 1586 alla sua morte, come organista del Serenissimo Signor Duca di Parma e Piacenza. La sua fama, sia come compositore che virtuoso dell’organo, è stata attestata da scritti di numerosi teorici, compositori, critici e letterati tra cui, fra gli altri, Orazio Toscanella, Francesco Sansovino, Gioseffo Zarlino, Vincenzo Galilei, Girolamo Diruta, Costanzo Antegnati e Adriano Banchieri. Oggi Merulo è meglio conosciuto come compositore per l’organo – soprattutto per le sue toccate che hanno contribuito allo sviluppo dello stile di tastiera idiomatico. Tuttavia egli era altrettanto produttivo per la composizione di opere sacre, profane e strumentali. La richiesta dell’epoca, per la sua musica vocale sacra, è confermata da due libri di messe e sette libri di mottetti prodotti dalla stampa Gardano tra il 1573 e il 1609, nonché da numerosi mottetti inclusi nelle antologie stampate tra il 1586 e il 1618. Solo sette di queste composizioni non sono mai state ristampate nelle edizioni moderne. Franz Commer includeva sei mottetti in volumi di Musica Sacra (1839-1887) e Luigi Torchi, un unico mottetto nel Primo Volume del suo L’arte musicale in Italia (1897). Le messe furono dedicate al giovane Re di Francia, Carlo IX (1550 – 1574), il terzo figlio di Enrico II e Caterina de ‘Medici. Il Re, appassionato amante della musica, patrocinò poeti e musicisti e aiutò il poeta Jean-Antoine de Baif a fondare l’Académie de Poésie et de Musique. La morte prematura di Re Carlo, solo dopo un anno, ha reso “orfani” musicisti parigini di un generoso patrono e Merulo, forse, di una grande speranza.
Merulo ha basato le sue messe su due chanson:
Orlando di Lasso, Susanne un jour (1560)
Thomas Créquillon, Oncques amour (1553)