CORO MUSICANOVA direttore FABRIZIO BARCHI

Nel suggerire una chiave di ascolto per i brani che compongono questa raccolta, consideriamo il modo in cui il linguaggio della musica viene utilizzato per evocare gli opposti universali del buio e della luce. I contrasti tra i piani e i forti, tra armonia consonante e dissonante compongono frammenti che riflettono i turbamenti e la meraviglia dell’esistenza. 
Una raccolta di brani composti da autori lontani fra loro nella storia e nello stile, ma vicini nell’indagine della bellezza che il coro cerca di fissare nel suono e nell’interpretazione. L’ascoltatore entra in un percorso di sensazioni ed emozioni, minuto dopo minuto, dall’esperienza dell’oscurità che diviene premessa della scoperta della luce. Si soffre, ci si appassiona, ci si dispera, lasciandosi travolgere alla fine dalla musica. 
Il percorso artistico e musicale è dinamico, ricco di sfumature, mai quieto. Partendo dal buio del Lux perpetua di Fabrizio Barchi e del Requiem aeternam di John Rutter, ci si ritrova in un tunnel profondo di dolore dove disperazione e speranza si alternano nell’ascolto delle forti ed espressive dissonanze contrappuntistiche del Crucifixus di Antonio Lotti, del Hear my prayer di Henry Purcell, del Christus factus est di Michael Haydn, o nelle audaci, dissacranti ed avveniristiche armonie di Gesualdo da Venosa nel suo Tristis est. 
Arrancando tra le tenebre ci arriva lacerante il grido di dolore con il quale Gesù dalla croce invoca il Padre nell’Eli, Eli di Bárdos, ma con il viso rivolto al conforto della luce perpetua ci si rivolge a Dio invocando la sua misericordia nel Kyrie di Barchi. Ritorna Rutter; soffermiamoci sull’inizio affidato al violoncello e la sua ineluttabile solitudine descrittiva di Out of the deep: la musica trasforma il dolore in speranza. 
La notte diviene luce radiosa: è la notte di Natale quella che Mendelssohn, con la sua chiarezza stilistica, descrive nel suo Weihnachten. Luce intensa, complessa ed intima quella del Lux aurumque di Whitacre, contrastante con quella melodiosa pacata e serena del Salmo The Lord is my shepherd di Rutter.
Un’emotività densa e introversa accompagna il Hvad est du dog skjøn di Grieg, primo dei suoi 4 salmi op. 74; il gioco di contrasti si fa evidente anche in questo caso nell’ascolto dell’elegante e radioso Pater noster, composizione a doppio coro di Jacobus Gallus. Questo percorso iniziato nel dubbio e nel turbamento dell’animo umano termina con la certezza della luce incarnata nella fluidità melodica e nelle accordalità luminose del mottetto Surge illuminare di Palestrina. 
Forse non è solo bellezza musicale, ma riflessione, armonia. Le ombre diventano quiete e l’ascoltatore si lascia cullare nell’idea di affidarsi a questo gioco di elementi opposti eppure necessari l’uno all’altro per avere senso, arrivando a capirne il profondo significato e avviando una ricerca personale ma condivisa di profondità, di intensità, di stupore, di verità.
Laddove luci e ombre si integrano, sfumano e delineano la realtà.
Laddove scopriamo noi stessi e rinnoviamo il nostro sguardo sulle cose del mondo.


Fabrizio Barchi e Simone Di Stefano